Donna al volante, i dati contro il luogo comune
Donna al volante, i dati che dimostrano come la donna alla guida sia una sicurezza
Donna al volante, pericolo costante è un luogo comune molto radicato, ma i dati di numerose ricerche dimostrano che le donne alla guida siano più disciplinate e meno inclini al rischio.
Certo gli uomini rappresentano il 57% degli automobilisti, sono sicuramente più numerosi delle donne e frequentano strade ad alta percorrenza, come le autostrade, in misura maggiore.
Nonostante ciò, i dati sugli incidenti in ambito urbano ed extra urbano presentano una sostanziale parità.
Anzi se prendiamo in considerazione la fascia di età tra i 18 e i 40 anni, secondo i dati dell’Ania (Associazione Nazione per le imprese Assicuratrici) sulla sinistrosità, le donne sono decisamente più sicure.
Ragion per cui le compagnie assicurative, prevedono premi superiori per il gentil sesso (meno sinistri e meno km percorsi).
Anche dal punto di vista psicologico, le ricerche sembrano mettere in discussione questo luogo comune.
Avvalorando la tesi, secondo la quale, la donna che guida è più consapevole.
Essa possiede un più marcato senso di responsabilità sociale, avendo sviluppato le aree del cervello predisposte a queste attività.
Inoltre le donne in genere, non amano la velocità e sono meno inclini a guidare sotto effetto dell’alcool.
Donna al volante, pericolo costante: la nascita di un luogo comune.
Nonostante i dati, ci sono alcune caratteristiche attribuite proprio alle donne, quali l’insicurezza e la distrazione, che avvalorano il pensiero comune.
Così come si pensa che la donna sia più maldestra nel parcheggiare o eseguire manovre più complesse, e che per lei sia più complicato ottenere la patente.
E’ ovvio non bisogna generalizzare.
Al di là che il guidatore sia un uomo o una donna, ciò che conta è mettersi alla guida prestando attenzione, non superando i limiti di velocità imposti, pensando non solo alla propria incolumità, ma anche a quella altrui.