Nasce il progetto ‘Life Strade’, l’obiettivo è prevenire gli incidenti dovuti all’attraversamento degli animali selvatici
Questa iniziativa, attualmente in fase di test in alcune zone di Umbria, Marche e Toscana, nasce dalla volontà di prevenire gli incidenti causati dall’attraversamento della carreggiata di animali selvatici. Ecco come funziona.
Alla base di questo progetto non c’è solo la volontà di rendere le strade più sicure, sia per le persone che per gli animali selvatici, ma l’obiettivo più ampio di mantenere la biodiversità sensibilizzando i cittadini sul rispetto e la tutela dell’ambiente. Molte realtà locali hanno già aderito a questa iniziativa, installando in strade dell’Umbria, della Toscana e delle Marche degli speciali dispositivi, studiati per prevenire gli incidenti dovuti all’attraversamento della carreggiata di animali selvatici.
I risultati di questi test serviranno quindi a capire la possibilità di esportare questo modello su scala nazionale. Il sistema di basa su una serie di sensori ad infrarossi, installati ai lati della carreggiata, utili a rilevare la presenza di un animale selvatico a bordo strada, qualora stesse sopraggiungendo un veicolo. Il rilevamento, inviato dai sensori ad una centralina elettronica, farebbe in questo caso scattare un segnale luminoso per comunicare all’automobilista la necessità di rallentare.
Qualora la velocità del veicolo non diminuisse, nonostante il segnale luminoso, partirebbe quindi un segnale acustico in prossimità dell’animale selvatico rilevato. Questo strumento di dissuasione acustica – verso di un lupo, rumori di battuta di caccia o altro – servirà quindi a far allontanare l’animale dalla strada, prima che il veicolo sopraggiunga.
”Questo sistema – ha recentemente dichiarato al quotidiano online umbriaon.it l’assessore all’ambiente della Regione Umbria, Fernanda Cecchini – integra per la prima volta una serie di tecnologie che riducono la possibilità di collisione. Dopo i primi mesi, abbiamo raccolto numerose richieste da parte di altri enti e amministrazioni, interessati al progetto e curiosi di saperne di più. Auspichiamo che ‘Life Strade’ possa fornire un modello esportabile sul territorio nazionale”.