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Patente progressiva, un nuovo modello per contrastare gli incidenti tra i giovani

21 Settembre 2018

Le Università stanno studiando nuovi modelli di prevenzione, come ad esempio la patente progressiva, già attiva in alcuni paesi dell’UE, che potrebbe salvare molte vite. Scopriamo di cosa si tratta.

In Italia abbiamo la guida accompagnata, un modello di formazione già attivo da qualche anno che molti esaminatori giudicano positivamente, aiutando molto i ragazzi ad arrivare pronti all’esame di guida. Ma le statistiche sugli incidenti dei neopatentati sono ancora molto scoraggianti.

Nei 28 Paesi dell’UE, infatti, gli incidenti stradali rappresentano ancora la principale causa di morte tra i 15 ed i 25 anni. Nel 2016 ci sono stati circa 45.000 feriti ed oltre 400 morti in questa fascia di età. Per questo le Università, come ad esempio l’Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico dell’Università Cattolica, sono alla ricerca di altri modelli di sicurezza per ridurre questi numeri, ed invertire questa triste tendenza.

La Patente Progressiva

La patente così come la conosciamo oggi prevede un iter di conseguimento che si conclude con l’esito positivo dell’esame di pratica. La patente progressiva è invece un modello, già in uso in diversi paesi dell’UE, che parte da un presupposto diverso: i neopatentati vanno seguiti e monitorati anche nei mesi successivi al conseguimento, che avviene per gradi anziché dopo il solo superamento dell’esame di pratica.

Dopo aver iniziato a circolare, infatti, si verificherebbero dei monitoraggi sulla condotta tenuta attraverso l’applicazione di controlli sulle conoscenze teoriche, sullo stato psicologico alla guida e con veri e propri esami di richiamo. Questo consentirebbe di monitorare i ragazzi attraverso un conseguimento della patente per gradi, e quindi – ritengono gli studiosi – più sicuro

Quello che conta è che ogni strumento in grado di salvare anche sola una vita va sfruttato al 100%. Ad oggi la guida accompagnata è uno di questi, grazie al quale i giovani arrivano più pronti all’esame ed alla guida vera e propria in strada. Così come se un giorno avremo anche in Italia la guida progressiva, o qualsiasi altro modello utile a ridurre le terribili statistiche sugli incidenti tra giovani, sarà un dovere per tutti sfruttarlo a favore di una sicurezza maggiore per tutti.

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